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La pirateria audiovisiva in Italia ad un anno dal lockdown: effetti della pandemia e strategie per la ripartenza

La pirateria audiovisiva in Italia ad un anno dal lockdown: effetti della pandemia e strategie per la ripartenza

Presentato il nuovo focus di ricerca FAPAV/Ipsos

Nell’ultimo anno l’incidenza complessiva della pirateria si è attestata al 38%, in linea con i dati pre-pandemia del 2019 (37%). In calo invece il numero di atti illeciti, inferiore rispetto ad un bimestre medio del 2019, che passano da 69 a 57 milioni.

L’aumento esponenziale, registrato nel periodo di piena pandemia e coincidente con il primo lockdown, è da considerarsi a tutti gli effetti un fenomeno circoscritto, influenzato dall’eccezionalità del momento.

In forte ripresa la pirateria di eventi sportivi live dopo lo stop forzato del lockdown (14% negli ultimi 12 mesi, in aumento rispetto al 10% del 2019).

I film restano il contenuto più piratato (25% vs 31%) seguiti dalle serie/fiction (20% vs 23%).

A livello di modalità, il calo (di incidenza e numero di atti) riguarda soprattutto pirateria fisica e indiretta, mentre quella digitale è in crescita del 4% rispetto al 2019, si registra solo una flessione nelle sue componenti di download e streaming, ma non IPTV.

Cresce il numero di persone che ha utilizzato almeno una volta le IPTV illecite (21% negli ultimi 12 mesi vs 19% durante il primo lockdown): si tratta di quasi 11 milioni di italiani di cui circa 2 milioni hanno dichiarato di possedere un abbonamento.

Ancora bassa la percezione relativa l’illiceità di queste piattaforme: solo il 37% ha piena coscienza di commettere un reato.

Il 30% degli intervistati ha sottoscritto nell’ultimo anno un nuovo abbonamento a piattaforme legali di contenuti audiovisivi e il 39% ha dichiarato di voler tornare al cinema al più presto.

 

Roma, 12 luglio 2021 – Gli ultimi dati elaborati dalla società Ipsos per conto di FAPAV – Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali, hanno mostrato come la crescita esponenziale degli atti illeciti registrata durante il periodo del primo lockdown 2020 (243 milioni) abbia rappresentato una vera anomalia. Infatti, negli ultimi 12 mesi gli atti illeciti compiuti mostrano un forte calo (57 milioni in un bimestre medio) e risultano inferiori anche rispetto ad un bimestre medio del 2019 (69 milioni). Anche l’incidenza della pirateria nel nostro Paese è calata, passando dal 40% durante il periodo di lockdown marzo/aprile 2020 al 38%, in linea con i dati pre-pandemia del 2019 (37%).

La pirateria audiovisiva rimane in ogni caso una spina nel fianco dell’industria dei contenuti audiovisivi, con inevitabili conseguenze per il sistema economico ed occupazionale del nostro Paese e, soprattutto in un momento come quello attuale, porre in essere le migliori strategie di contrasto rappresenta un elemento imprescindibile per la ripartenza del settore.

Nel frattempo, sono cambiate anche le abitudini dei pirati: meno attenzione verso film e serie/fiction (25% e 20%, con una riduzione, rispettivamente, di 6 e 3 punti percentuali rispetto al 2019) a fronte di una crescita di interesse sempre più forte verso la fruizione illecita di eventi sportivi live (14% contro il 10% del 2019).

Se la pirateria fisica continua a diminuire, l’impatto più rilevante nei confronti dell’industria creativa è causato dalla pirateria digitale, in crescita del 4% rispetto al 2019. Tra le modalità di fruizione si registra una flessione nel download e nello streaming ma non nell’utilizzo delle IPTV illegali.

Nel 2019 i fruitori di IPTV illegali erano il 10% della popolazione italiana, negli ultimi 12 mesi l’incidenza è al 21%, ovvero quasi 11 milioni di persone hanno dichiarato di aver utilizzato almeno una volta le IPTV illecite per la visione di film, serie/fiction, programmi tv ed eventi sportivi live. Di questi, circa 2 milioni hanno inoltre affermato di possedere un abbonamento illegale. Per quanto riguarda dunque la platea generale degli utilizzatori di IPTV illecite, la maggior parte risulta fruitore occasionale. Un fenomeno che desta la massima preoccupazione, quello delle IPTV illegali, in considerazione anche delle realtà criminali che si celano dietro questo business illecito come rivelato dalle più recenti operazioni condotte dalle Forze dell’Ordine. Numerosi sono infatti i rischi, anche per gli utenti di queste piattaforme, spesso inconsapevoli di poter essere vittime di attacchi informatici e di compromettere i propri dati personali e bancari, oltre a danneggiare i propri device con malware e virus.

Sul tema della percezione del reato della pirateria, viene evidenziata una dicotomia interessante: da una parte è cresciuta tra i pirati la consapevolezza dell’illegalità e della gravità delle loro azioni, dall’altra è ancora ritenuta bassa la possibilità di essere scoperti e puniti dalle Autorità Competenti.

Resta alta in ogni caso l’affezione da parte della popolazione italiana verso i contenuti audiovisivi: durante il lockdown il 52% degli italiani ha dedicato più tempo della propria giornata alla fruizione di film, serie/fiction, programmi tv e sport live, tendenza che si è confermata anche successivamente pur se in percentuale minore (38%). È inoltre alto il desiderio di tornare alla normalità e alle consuete abitudini: il 39% degli intervistati ha dichiarato di voler tornare al più presto a frequentare le sale cinematografiche.

Un dato di rilievo è quello relativo al 30% degli intervistati che ha dichiarato di aver sottoscritto negli ultimi dodici mesi un nuovo abbonamento a piattaforme legali che distribuiscono opere audiovisive. Dopo la crescita registrata durante il bimestre di lockdown, continua questo trend positivo quale importante riconoscimento degli sforzi profusi dall’industria audiovisiva in questo anno difficile in cui ha continuato ad essere al fianco del consumatore con nuovi contenuti.

“Il focus di ricerca presentato oggi da Nando Pagnoncelli e riferito agli ultimi 12 mesi, confrontando il periodo di lockdown con quello successivo, ci conferma il sostanziale ritorno ai dati pre-pandemia per quanto riguarda l’incidenza del fenomeno e una contrazione legata al numero degli atti compiuti dagli utenti. Si evidenzia, inoltre, l’efficacia delle attività di enforcement e di sensibilizzazione verso il consumatore, oggi molto più consapevole, e la crescita dell’offerta legale, sempre più ricca e diversificata. Quanto emerso conferma l’eccezionalità del primo lockdown in termini di consumi illeciti ed evidenzia la necessità di sostenere al massimo l’industria audiovisiva in questa fase di ripartenza, con l’obiettivo di rafforzare le azioni di tutela, per garantire una solida base di regole certe a sostegno dell’intera filiera. L’industria audiovisiva ha in quest’ultimo anno attuato nuovi e sempre più innovativi modelli di business per ampliare l’offerta legale. Di fronte a questo scenario, non è più rinviabile la collaborazione fattiva di tutti i soggetti che operano sul web a vario titolo e che devono essere responsabilizzati al fine che si possa operare in un ambiente digitale che sia realmente competitivo per chi investe nella produzione e distribuzione dei contenuti audiovisivi.” – ha dichiarato Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale FAPAV. “Durante la pandemia le attività di contrasto ed enforcement non si sono mai fermate e, nonostante le difficoltà anche logistiche causate dall’emergenza sanitaria, sono state portate avanti con successo numerose azioni sia dalle Autorità competenti, a cui va il nostro ringraziamento, sia da alcuni nostri Associati, tra cui ad esempio la Lega Serie A, sempre in prima linea nelle attività di tutela e sensibilizzazione nei confronti del pubblico. Sempre nell’ottica di rafforzare le collaborazioni, siamo lieti inoltre di annunciare l’ingresso della Federazione in OPTIME, Osservatorio Permanente per la Tutela in Italia del Mercato dell’Elettronica”.

“È prioritario non abbassare la guardia e porre al centro delle strategie di ripartenza il tema della legalità. A tal proposito sono numerose le tematiche sui tavoli istituzionali nazionali ed europei. Sul fronte nazionale va posta la massima attenzione all’implementazione della Direttiva Copyright nel nostro ordinamento ed è necessario altresì che avanzi l’iter relativo alle proposte di legge in tema di antipirateria, ora calendarizzate. Sul fronte europeo, invece, è centrale la discussione intorno al Digital Services Act, che rappresenta una grande occasione per rafforzare le azioni e gli strumenti di tutela dei contenuti sul web. Affinché questa opportunità non venga persa ci sono alcuni aspetti decisivi che devono essere potenziati: la responsabilizzazione di tutti i soggetti che operano sul web e il contrasto all’anonimato di chi agisce illegalmente su internet. In merito a quest’ultimo punto, ci auguriamo che l’approccio KYBC – Know Your Business Customer possa essere esteso a tutti gli intermediari e non solo ai marketplace” – ha proseguito il Segretario Generale FAPAV.

Infine, la rimozione tempestiva dei contenuti illegali rappresenta un aspetto cruciale per il contrasto agli illeciti ed è determinante sia per le new releases cinematografiche e seriali sia per i contenuti sportivi live. Riuscire a creare le condizioni per intervenire entro i 30 minuti dalla messa online del contenuto illecito rappresenta la sfida principale nel campo della tutela dei contenuti” – ha precisato Bagnoli Rossi.

“Occorre tutelare l’industria, i suoi lavoratori e tutte le maestranze, anche attraverso progetti e campagne di sensibilizzazione utili a far comprendere il valore del settore e della sua filiera. In questa direzione FAPAV sta realizzando un’iniziativa di comunicazione intitolata “We Are Stories”, per promuovere l’importanza dell’industria dei contenuti e dedicata in particolar modo al pubblico più giovane e a tutti coloro che sognano e desiderano lavorare nel settore audiovisivo,” ha concluso Federico Bagnoli Rossi di FAPAV.

“Gli italiani guardano al futuro con crescente ottimismo: il sentiment generale è tornato ai livelli di due anni fa e oltre un italiano su quattro intravede prospettive economiche positive nei prossimi 6 mesi. La ricerca di quest’anno evidenzia che anche a livello culturale c’è voglia di tornare alla normalità pre-pandemica e ricominciare a ‘vivere’ il cinema in prima persona, ma d’altro canto la pandemia appare aver lasciato anche alcune buone abitudini casalinghe: quasi un terzo degli italiani ha sottoscritto nell’ultimo anno (dall’inizio della pandemia) almeno un abbonamento (legale) a servizi audiovisivi. Al contrario, sul fronte dell’illegalità, dopo la fortissima crescita degli atti illeciti di pirateria audiovisiva rilevata durante il lockdown dello scorso anno, la situazione tende a tornare ai livelli pre-pandemici” – ha dichiarato Nando Pagnoncelli, Presidente Ipsos Italia.

 

Link al teaser trailer ufficiale della campagna “We Are Stories” con la voce di Francesco Pezzulli: https://youtu.be/yE_elSp77sE

 

– I DATI IN BREVE –

 

38%: l’incidenza complessiva della pirateria tra gli italiani di 15 anni o più negli ultimi 12 mesi vs il 40% del primo lockdown 2020 ed il 37% del 2019.

57 milioni: la stima complessiva degli atti di pirateria di un bimestre medio post-lockdown vs i 243 milioni del lockdown ed i 69 milioni di un bimestre medio del 2019.

25%: l’incidenza della pirateria di film (era 31% nel 2019).

20%: l’incidenza della pirateria di serie/fiction (era 23% nel 2019).

21%: l’incidenza della pirateria di programmi televisivi (era 17% nel 2019).

14%: l’incidenza della pirateria di sport live dopo lo stop forzato durante il lockdown (vs il 10% del 2019).

30%: la stima dei nuovi sottoscrittori di abbonamenti a piattaforme on demand legali negli ultimi 12 mesi.

21%: l’incidenza dei fruitori di IPTV illecite per film, serie/fiction, programmi tv ed eventi sportivi live almeno una volta negli ultimi 12 mesi vs il 19% del lockdown ed il 10% del 2019.

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