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Sentenza Corte UE su violazione Diritto d’Autore piattaforme di File Sharing

Sentenza Corte UE su violazione Diritto d’Autore piattaforme di File Sharing

FAPAV: “Chiediamo agli Over the Top di trarne le conseguenze”

Roma, 15 giugno 2017 – La sentenza della Corte di Giustizia Europea rappresenta una nuova pagina per la tutela dei contenuti audiovisivi sul web e chiarisce una volta per tutte il concetto di responsabilità per gli intermediari della rete nella divulgazione dei contenuti illegali caricati dagli utenti. 

“Chiediamo agli Over the Top di trarne le conseguenze e adoperarsi subito e in modo incisivo a tutela del Diritto d’Autore”, questo il commento di Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale FAPAV, in merito a quanto sancito dai Giudici di Lussemburgo.

“La sentenza – prosegue Bagnoli Rossi – ribadisce che gli amministratori delle piattaforme online possono essere responsabili, verso i titolari dei diritti, dei contenuti caricati illecitamente dagli utenti e quindi pone la Corte di Giustizia Europea in una linea di continuità con le decisioni rese nei casi Telekabel, BestWater, GSMedia e Wullems. In merito al caso in questione, relativo al noto portale “The Pirate Bay” la Corte sottolinea il ruolo “imprescindibile” degli amministratori nella messa a disposizione di opere protette da Diritto d’Autore. Ribadisce soprattutto che l’indicizzazione dei contenuti e la loro messa a disposizione del pubblico rappresentano elementi da valutare al fine dell’esclusione dal ‘safe harbor’ dei fornitori di servizi online”.

“Si tratta di una decisione cruciale dalle conseguenze importanti anche in merito alle attività di rimozione dei contenuti e sul ruolo stesso che gli intermediari e operatori del web hanno in tale ambito. Gli Over the Top si devono adoperare subito ma le loro responsabilità nella tutela dei contenuti devono essere definite dalle Istituzioni competenti in maniera precisa, poiché la loro collaborazione in tal senso è oramai divenuta indispensabile. Le riforme europee previste nell’ambito del Mercato Unico Digitale non potranno non tenerne conto”.

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